martedì 15 febbraio 2011

Si spengono le luci del venerdì sera...




Ieri ho visto l'ultima puntata della quinta serie, quella che va a concludere il telefilm. Conclusione netta, senza tenere aperte linee narrative, senza lasciare quel senso di vuoto alla pancia che altre serie lasciano (come terminator the sarah connor chronicle, per intenderci).
Potrei dire che l'ho guardato di filato, 5 serie, 63 episodi, in nemmeno due mesi. Che durante le vacanze di Natale ero rimasto incollato alla tv, sotto alla copertina, a guardare le storie di Tim, Jason, Matt, Tyra, Lyla e Julie, poi sostituite con quelle di Jess, Becks, Luke e Vince, poi intrecciate insieme. Del Coach e di Tami, costante della serie, e della loro pargola Gracie Bell, la bambina più brutta del mondo. Delle storie che parlano di football americano, ma poi nemmeno tanto, che parlano di texas, che parlano di amore, che parlano di noi ma non siamo proprio noi ma è come se lo diventassimo.
Le riprese con la telecamera a mano, la fotografia sporca, i dialoghi che sembrano alle volte improvvisati al momento (e lo sono), contribuiscono a renderlo ancor più realistico, una via di mezzo fra un telefilm e un documentario, che fonde insieme il meglio delle due cose.
Un telefilm da vedere, con le sue cadute di tono della seconda serie, con la diffidenza del passaggio di consegne fra gli studenti, ma con dei picchi di qualità rari da trovare.
Mi mancheranno le vostre avventure.

"Occhi limpidi e cuore puro... non possono perdere!"

(ok, lo slogan del coach per caricare i ragazzi prima della partita è molto ameriggano ma ci sta)

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